Dall’11 al 15 novembre, si tiene a Roma il 20° Congresso mondiale dell’energia, organizzato dal World Energy Council (http://www.worldenergy.org/), dedicato a prefigurare i futuri scenari energetici globali, centrati ancora sulle fonti energetiche fossili (carbone, petrolio ecc..), sul rilancio del nucleare, sull’alta velocità e sul massimo profitto. Un appuntamento triennale ospitato per la prima volta in Italia, che torna a svolgersi in Europa dopo 15 anni e che vede la partecipazione massiccia di tutte le multinazionali dell’energia e delle grandi imprese di stato, dei governi e del sistemabancario-finanziario. In questo Summit i grandi della terra, governi multinazionali e banche, ratificano un modello di sviluppo che sfrutta le risorse ambientali e territoriali per creare il profitto di pochi. Un modello che ha ricadute concrete e ben visibili: rigassificatori, alta velocità, inceneritori, centrali a carbone e le centrali nucleari... In questi anni in numerosi parti d’Italia (come fortunatamente avviene in diverse zone del mondo) movimenti nati spontaneamente dal basso si sono opposti alla costruzione di tali infrastrutture ed opere.
I grandi media hanno provato a disegnare queste proteste semplicemente come una forma di egoismo (il c.d. nymby), ma la realtà è un’altra: dalle realtà territoriali viene la prima critica radicale ad un modello di sviluppo dannoso per l’ambiente e per la salute delle persone e la promozione della difesa dei beni comuni. Non a caso, anche la difesa dell’acqua pubblica, la contrarietà alla costruzione della base di Vicenza, il diritto all’abitare sono diventati parte integrante di questo ragionamento. Una critica che non ci interroga solo su come conciliare ricchezza, qualità della vita e rispetto dell’ambiente, ma anche su che cosa è la democrazia. Non è democrazia decidere nelle segrete stanze con multinazionali e banche i nostri destini. E’ democrazia porre le comunità locali nelle condizioni di decidere all’interno di una discussione condivisa ed informata il proprio futuro. In questo quadro ed utilizzando questa occasione di mobilitazione, invitiamo a Roma tutte le realtà territoriali, i comitati e le associazioni che lottano per la difesa dei beni comuni ad un incontro, la mattina dell' 11 novembre alle ore 10.00, presso il villaggio “OtherEarth”, per sviluppare una discussione tra i movimenti territoriali su come mettere in comune gli strumenti di democrazia che abbiamo costruito e su quale idea di sviluppo immaginiamo e pratichiamo nei diversi territori. Per noi vuole essere un modo per preparare un cammino verso azioni comuni e vertenze nazionali segnalando le motivazioni profonde dei movimenti e il collegamento tra le vertenze territoriali e le decisioni dei governi e delle multinazionali. Infine vogliamo sfruttare questa occasione di incontro per affrontare in maniera coordinata le prossime scadenze già in calendario, dalla mobilitazione per l’acqua pubblica alla manifestazione di Vicenza. Nel costruire questo evento vorremmo riproporre la modalità aperta e in rete che caratterizza i movimenti e la relazione tra loro, invitaiamo tutti ad inviarci materiali video delle singole lotte locali per poter preparare del materiale a disposizione dei partecipanti che parli di come si liberano i territori e le energie. Nel pomeriggio di domenica 11 novembre in concomitanza con l'innaugurazione del Summit ci muoveremo dalla sede di OtherEarth verso il Summit. Invitiamo tutti a partecipare alla mobilitazione e al presidio. http://www.otherearth.net/ Per adesioni e per inviare i materiali: \n
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