- L’ iniziativa davanti ai cancelli dell’ inceneritore di sabato 24 - non c’è bisogno di ripeterlo - è un passaggio importante e fondamentale sia per dare corpo al NO alla riapertura dell’ inceneritore C.I.S., sia per la complessiva battaglia no incenerimento e per Rifiuti Zero nella piana FIPOPT e non solo. Come sappiamo – e lo abbiamo ripetuto anche ieri sera - sabato dobbiamo esserci in tante/i; e in tanti devono essere soprattutto gli abitanti ( il che vuol dire non solo di stazione Montale, ma della piana pistoiese / pratese : da Montemurlo/Casale a Pistoia), oltre agli attivisti di comitati ( ivi compresi i fiorentini ), associazioni, realtà di base, collettivi, centri sociali. Essere in tante/i, starci a lungo e fare iniziative collaterali : spikeraggio con le automobili, concerto davanti ai cancelli o al presidio ( se ce la facciamo : ma dobbiamo deciderlo entro sabato 17), e altre cose che pensiamo sia utile fare ( magari fissiamo insieme una sorta di programma della giornata ). L’ INCENERITORE NON DEVE RIAPRIRE. La presenza rumorosa della popolazione, la “sfida dei cancelli “, sono il presupposto e la carta decisiva di una possibile sconfitta delle lobbies inceneritoriste locali, regionali e nazionali.
Fissato questo punto decisivo - è banale e superfluo ricordarlo - la lotta e l’ impegno non finiscono il 24. Continuano. E continuano su più fronti : su tutti quelli che lo straordinario, esteso, ricco - anche se con diversi limiti - movimento Rifiuti Zero è impegnato a portare avanti in tantissimi territori del paese La lotta non si esaurisce nella presenza e nella interposizione davanti ai cancelli, anche se questo è un aspetto importante e potrà esserlo anche in futuro. E non si esaurisce nemmeno se l’ inceneritore – come pare – viene riaperto. Quest’ ultimo deve essere per noi un punto fermo. Provo a elencare alcuni punti/obiettivo , sintetizzando quanto detto ieri sera. 1 - La nostra azione ( della piana pistoiese/pratese ) su Montale, deve proiettarsi su quella dell’ intera piana e della regione Toscana, sia rispetto agli impianti ( ampliamento Selvapiana, Montale; nuovi impianti ipotizzati a Case Passerini e al Calice ; discarica del Cassero; nuove discariche che si prenderanno i residui dei nuovi inceneritori ), sia rispetto alla complessiva gestione dei rifiuti. E qui la divisione in tre ATO RIFIUTI del territorio toscano, decisa in questi giorni dal governo inceneritorista regionale, e la confluenza in un solo ATO di tutta la piana e di tre province FIPOPT, APRE UN FRONTE DI LOTTA ANCORA PIU’ UNITARIO E COMPLESSO. In questo quadro, il mutuo appoggio con Campi e per il suo per noi indigesto referendum ( 2 dicembre ) è CENTRALE. 2 – Anche se l’ inceneritore di Montale venisse riacceso, NON BISOGNA ARRETRARE. Il fronte e la lotta si spostano su tre aspetti, brevemente accennati ieri sera, per me importanti e probabilmente decisivi: a) bloccare l’ ampliamento in corso facendosi forti della presa di posizione dell’ USL Pistoia in merito all’ AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale ) richiesta dal CIS, Usl che sostiene non doversi aumentare il carico inquinante ( già oggi non più sopportabile ) – in particolare per sostanze mutagene, cancerogene e tossiche - passando da 120 a 150 tonnellate giorno di rifiuti bruciati; b) BLOCCARE in tutti i modi l’ appalto per la terza linea dell’ inceneritore ; c) farci forza di quanto disposto nell’ ordinanza n° 1986, 18 ottobre 2007 della Provincia, Dipartimento tutela ambientale dell’ ambiente e difesa del suolo, che appunto dispone “ che la riattivazione dell’ attività di gestione dell’ impianto dovrà avvenire mediante l’ impiego esclusivo di RU ( rifiuti urbani ) “ e che per poter bruciare i ROT ( Rifiuti Ospedalieri Trattati ), il CIS dovrà fare uno “ specifico programma che prevede nuovi controlli alle emissioni “. E’ facilmente intuibile che se l’ inceneritore di Montale non viene ampliato, non viene costruita la terza linea di incenerimento, non si possono bruciare i rifiuti speciali e gli ospedalieri, L’ AFFARE ECONOMICO E FINANZIARIO NON REGGE. Dico questo non dimenticando che la riapertura dell’ impianto serve al CIS per ripianare i debiti e che l’ inceneritore funzionante servirà al CIS a lucrare quando il CIS medesimo sparirà, inglobato nella grande azienda che gestirà l’ enorme ATO RIFIUTI della Toscana centrale ( c’è chi dice che l’ azienda- holding mangiatrice sarà l’ emiliana HERA, ma la faccenda non cambierebbe di una virgola se si trattasse della romana ACEA o come cavolo si chiama oggi ). 3 - Per quanto riguarda le nocività dell’ incenerimento e dell’ inceneritore di Montale ( per tacere di tutte le altre nocività che hanno reso la piana un luogo non vivibile ), dobbiamo essere chiari : NO NETTO ALLE NOCIVITA’ NEI LUOGHI DI LAVORO, SUL TERRITORIO, NEI CORPI UMANI. LA SALUTE E LA PREVENZIONE AL PRIMO POSTO. 4 - E’ assolutamente non rinviabile una mobilitazione contro gli incentivi pubblici ( soldi nostri, naturalmente ), attivando a livello locale ( parti del comune di Montale o simili) la richiesta di rimborso e il boicottaggio per la quota della bolletta elettrica che finanzia fonti energetiche assimilate alle rinnovabili come i rifiuti ( in realtà per niente rinnovabile e sporca/nociva) e sulla tariffa (TIA). E magari essendo parte di una mobilitazione nazionale su questo punto. L’ altra partita che si deve aprire anche a livello locale, è quella contro la combustione delle BIOMASSE, sia rifiuti biodegradabili, sia produzioni agricole non finalizzate al CIBO ma alla produzione di calore / energia da trazione e/o elettrica. QUESTO E’ IL NUOVO FRONTE SU CUI DOBBIAMO LAVORARE, CRESCERE E MOBILITARCI. E ANCHE VELOCEMENTE, PER NON CHIUDERE LA STALLA QUANDO I BUOI SONO SCAPPATI ( come qualche volta ci capita). E’ decisivo, infine, far emergere con chiarezza che la nostra battaglia per Rifiuti Zero è dentro al più vasto movimento che lotta per ridurre al minimo l’ uso di materia e di fonti energetiche non rinnovabili. Per produzioni pulite, per produrre merci che durino più a lungo, contro la dittatura dell’ usa e getta e del “libero” mercato. Questa è una sfida globale : qui sta la nostra forza propulsiva a difesa di beni comuni collettivi ( ma anche contro la guerra infinita, in gran parte legata all’ accaparramento delle residue fonti energetiche fossili e al loro controllo ). In questo senso LA STORIA SIAMO NOI, non certo gli amministratori pubblici, le aziende e le industrie vecchie e nuove, che distruggono materia ed energia e che ci portano al disastro sanitario, ambientale e sociale, un disastro non solo annunciato ma rintracciabile quotidianamente nei nostri ambienti di vita, gravati da molteplici inquinamenti e distrutti socialmente dalla precarietà dell’ esistenza. 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