Ieri 14 Gennaio 2008 La magistratura ha posto sotto sequestro l'inceneritore municipale di Terni inviando avvisi di garanzia al sindaco della città, Paolo Raffaelli, ai componenti del consiglio di amministrazione dell'Asm, la società che lo gestisce, e ad alcuni tecnici, in tutto si tratterebbe di nove persone. Gli avvisi di garanzia sono stati emessi nell'ambito di un'inchiesta condotta da tempo dal sostituto procuratore Elisabetta Massini e riguardano 13 reati ambientali connessi al funzionamento dell'inceneritore tra cui l’inquinamento delle acque del fiume Nera.
La magistratura ha anche disposto analisi specialistiche per 32 lavoratori dell’impianto nonché analisi sui territori e sull’acqua. L’inceneritore comunale di Terni era stato chiuso a Dicembre per lavori di manutenzione; ieri è stato chiuso e sequestrato dalla magistratura con l’accusa di produrre “veleni killer”. L’impianto, costruito nel ‘75, quindi quasi “coetaneo” dell’impianto di Montale (PT) e verosimilmente costruito adoperando le stesse tecnologie (tutto ciò getta ulteriori ombre sulla vicenda montalese), era stato oggetto di adeguamenti strutturali nel 1998 per renderlo conforme alle norme vigenti in fatto di emissioni, adeguamenti che evidentemente sono risultati inutili; sappiamo bene, ormai, che non esistono impianti sicuri dal punto di vista sanitario. Gli accadimenti di Terni, sommati al recente “sforamento” delle emissioni di diossine dell’inceneritore “gioiello” di Brescia, dimostrano una volta di più come non ci siano impianti sicuri (ricordiamo per l’ennesima volta che NON ESISTONO dosi di diossine tollerabili dall’organismo umano ed animale), l’emergenza rifiuti va risolta a monte, è drammaticamente necessario ripensare non solo il ciclo di smaltimento, andando nella direzione del loro riciclo/riutilizzo, ma è anche stringente una riduzione degli stessi, innescando cicli produttivi “virtuosi” e la riduzione degli imballaggi. Ribadiamo pertanto la nostra ferma opposizione all’ampliamento dell’impianto di Montale, e ribadiamo altresì il nostro impegno per la realizzazione delle analisi sul sangue e sul latte materno degli abitanti delle zona attigue all’inceneritore. Per vincere questa battaglia c’è bisogno di tutti, invitiamo pertanto le popolazioni a partecipare AD OGNI iniziativa che vada nella direzione della definitiva chiusura dell’impianto di via Tobagi. Il presidio permanente “Giulio Maccacaro” contro il raddoppio dell’inceneritore di Montale.
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